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L’Ultimo Dio, la recensione: finalmente, torna il fantasy come lo vogliamo

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recensione de l'ultimo dio - cover def

Se bazzicate su Lega Nerd sicuramente avrete fatto almeno una sessione di D&D nella vostra vita, di certo sarete stati rapiti per un periodo dal fascino della Terra di Mezzo, di Shannara, dei racconti di Dragonlance e Forgetten Realms ed è soprattutto a voi che voglio indirizzare la recensione de L’Ultimo Dio, saga fumettistica fantasy di DC Comics, decisamente interessante e che aggiunge un nuovo tassello nell’universo di Dungeons & Dragons, quinta edizione.

Indipendentemente dalla finalità (fumetto, romanzo, gioco di ruolo, ecc.), le regole per fare un buon fantasy sono, quantomeno in prima battuta, semplici e chiare, eppure difficilissime da mettere in pratica come si deve.

È necessario realizzare un worldbuilding credibile, vasto e dettagliato. Visto che si parla sempre di mondi antichi, ricchi di leggende e miti, si deve restituire la sensazione di un passato rigoglioso, che narrativamente stia in piedi da solo, visto che noi andremo a vivere l’esperienza di quel mondo solo per una piccola parte di esso. Città, società e regni, creature, storie: tutto deve essere affascinante, coeso, amalgamato, anche se riassunto in poche pagine o sequenze.

E poi serve un ingrediente alchemico rarissimo, che può svoltare il tutto: l’originalità.

E qui si aprono squarci interdimensionali visto che nel fantasy (come in molti altri generei letterari, ma in questo caso con più paletti da rispettare) è stato scritto letteralmente di tutto. E proprio l’originalità sta alla base del successo di saghe come The Witcher, Le Cronache del Ghiaccio e Del Fuoco, i racconti di R.A. Salvatore e magari la trilogia di Joe Abercrombie.

E proprio da questi due aspetti vorrei partire per la recensione de L’ultimo Dio, Libro 1 Cronache della Pira delle Alture, scritto da Phillip Kennedy Johnson, nome interessante a cui Marvel ha affidato il (delicatissimo) compito di rilanciare i fumetti di Alien dopo l’ultratrentennale gestione Dark Horse, e disegnato dal nostro bravissimo Riccardo Federici, artista che abbiamo già conosciuto sulle pagine di Saria di Jean Dufaux, Aquaman (qui trovate l’intervista che gli feci per Lega Nerd) e Batman Metal Murder Machine.

Ne L’Ultimo Dio il worldbuilding c’è, seppur non stravolgente, ma il continente di Cain Anuun è ben rappresentato, non solo nella narrazione del fumetto stesso ma soprattutto per la presenza di numerosi inserti, a volte sotto forma di canzone o poesia, altre sotto forma di leggende narrate in prosa che ci forniscono molti dettagli sulla formazione di questo universo narrativo. E questo è bene, molto bene.

recensione de l'ultimo dio - pinnacolo

Per quanto concerne l’originalità, nella recensione de L’ultimo Dio, va detto che ci troviamo di fronte a qualcosa di piuttosto tradizionale, che quasi certamente avete già incrociato seppur con nomi e ambientazioni diverse.

Ma esiste un altro componente che in questi casi può segnare la differenza ed è il rispetto della tradizione letteraria, dei topoi narrativi, che spesso è fondamentale per la buona riuscita di un fantasy. E questo fumetto lo fa, molto bene.

Dal dio di tutte le cose Ang Luthia, nacque il mondo e i suoi figli (Mol Anwe, la luce, Mol Uvanya, la natura, Mol Kalakto, le montagne e le pietre, Mol Rangma, il fuoco della terra, Mol Choresh, l’intelletto e la conoscenza), divini anche loro, che svilupparono poi gli esseri umani, gli Aelvani (un po’ elfi e un po’ orchi; lo so, di norma le due specie non andrebbero d’accordo ma è così), gli Eldritch (ovvero una gilda di stregoni, esseri mistici), i nani, le bestie Ursolon e tutto il creato.

Quando le divinità figlie di Ang Luthia iniziarono a vagare per il mondo dopo la colonizzazione si imbatterono però in una cosa che non era nata dall’idea primigenia del loro divino padre: una scala nera che conduce al vuoto, al nulla, dove un’altra divinità aveva preso dimora e bramava di invadere il mondo: Mol Uhltep. Solo il sacrificio del Padre di tutti imprigionò Mol Ulthep che però un giorno sarebbe tornato a manifestarsi dopo che i figli di Ang Luthia, antichi dei creatori caddero.

Si scatenò quindi la piaga dei fiori, un’invasione di non morti volta a cancellare la vita.

recensione de L'ultimo dio - piaga dei fiori

Un manipolo di eroi, entrati nella leggenda, trent’anni prima dello start di questo fumetto riuscirono a ricacciare la minaccia nel vuoto, ma le imprese di colui diventò poi Re Tyr, assieme a Veikko Al Mun degli Aelva, Skol degli Eldritch, Jorunn, Cyanthe e Haakon il Disonorato, si sono rivelate una grande bugia. Mol Uhltep è pronto a ritornare e questa volta tocca ad una nuova generazione di eroi salire la scala nera per ricacciare le bestia nell’abisso, per sempre.

Ci troviamo di fronte a quello che potrei definire la perfetta ambientazione per una grande campagna di Dungeons & Dragons, in cui tutte le regole sono state rispettate a fondo e la cui formula narrativa è efficace e affascinante.

E l’obiettivo di DC Comics è proprio questo, ovvero seguire la tendenza del momento ed entrare nel grande universo D&D con una saga fumettistica di qualità.

 

recensione de L'ultimo dio - tyr 3 The Last God - cities The Last God - Mol Uhltep

 

Il racconto di Phillip Kennedy Johnson si giostra tra due dimensioni temporali, il passato di trent’anni prima con la scoperta del mistero legato alla piaga dei fiori e quella attuale, con i nuovi protagonisti che assieme ai vecchi partiranno per il disperato viaggio di salvataggio di Cain Anuun. Questo all’inizio è un po’ disorientante, visto che i ruoli si sovrappongono tra loro, ma è un effetto che si esaurisce in fretta.

I dialoghi sono bel realizzati, l’atmosfera è dura, disperata, visto che da qualunque parte lo si guardi, il ritorno di Mol Uhltep è una minaccia praticamente impossibile da sconfiggere. C’è tensione, si percepisce il tradimento che sempre alleggia nell’aria e il coraggio di chi non ha paura di sacrificarsi per uno scopo più grande.

The Last God - la scala nera

Ed è qui che entrano in gioco le formule narrative tanto care al fantasy, importantissime da sottolineare nella recensione de L’ultimo Dio e che ci riportano in una sorta di comfort zone, efficace.

L’autore ci porta a conoscere la comunità degli orgogliosi e sofferenti Aelva, il declino dei regni umani, il misterioso Pinnacolo degli Eldtrich (una sorte di torre di Orthanc dove è custodita la magia) e i confronti con le aberrazioni di Mol Uhltep saranno sempre coinvolgenti e ben dosati. Vien vogia di tirar un D20 ad un ogni colpo di spada. E questo significa rispetto di una tradizione narrativa che ripropone spesso formule molto simili ma che fanno di questa caratteristica una sorta di marchio di garanzia.

Il tutto è magistralmente supportato ai disegni da un Riccardo Federici in ottima forma, splendidamente adatto, con il suo stile realistico e pittorico, ad illustrare un fumetto del genere. Riccardo riesce a trovare un equilibrio davvero ispirato su tutto, dal character design dei personaggi, alle scene di lotta.

Dove eccelle però è sul design dei mostri e delle creature della piaga dei fiori, deformate e maligne, splendide nelle dimensioni e catturate sempre con l’angolo giusto, degne di entrare in qualunque manuale di un ipotetico gioco di ruolo basato sul questo fumetto. Per non parlare poi delle tavole che raccontano l’avvento degli dei nel mito.

recensione de L'ultimo Dio - fight

Una grande prova per uno dei nostri migliori artisti sul genere, senza alcun dubbio.

Alcune tavole incantano per costruzione e la resa delle espressioni, spesso sofferte, dei protagonisti è davvero buona. Non mi sarei aspettato niente di meno da Riccardo Federici, ma è sempre bello sottolineare i risultati che i nostri artisti ottengono sul mercato estero.

Alcune tavole incantano per costruzione e la resa delle espressioni, spesso sofferte, dei protagonisti è davvero buona. Non mi sarei aspettato niente di meno da Riccardo Federici, ma è sempre bello sottolineare i risultati che i nostri artisti ottengono sul mercato estero.

I colori di Sunny Gho, Dean White (solo per il primo capitolo) e dei misteriosamente non citati nei credits Mat Lopes, Arif Prianto e Allen Passalaqua (bisognerebbe capire perchè), pur facendo un buon lavoro di valorizzazione, tendono a risultare un pochino desaturati, vaporosi, come se mancasse un po’ di contrasto. Non riesco a capire se sia una scelta voluta o una questione di stampa, dunque non mi avventuro in ulteriori congetture (ne ho parlato anche con Federici stesso), cercando solo di descrivervi la sensazione che ho avuto.

recensione de L'ultimo Dio

Il risultato finale è comunque notevole. Non è facile trovare bei fumetti fantasy negli ultimi anni (penso a Seven To Eternity, l’attuale Ascender, Birthright di Williamson, Isola di Fletcher) ed io avevo proprio bisogno di inoltrarmi in una bella saga classica con ottimi ganci per una campagna di ruolo.

Panini ha optato per l’uscita italiana in due parti (anche se non viene riportato in copertina che questa è la prima parte di due), ci aspettano altri 6 numeri racchiusi in volume, più due speciali per la conclusione (uno che funge da estensione, o meglio da sourcebook per essere collegato a D&D quinta edizione con diverse illustrazioni e uno spinoff a fumetti sul personaggio di Cyanthe), e a questo punto non vedo l’ora di avere tra le mani la saga completa.

Purtroppo devo segnalare un altro errore nell’edizione italiana, che ho scoperto grazie al video di Pelati e Fumetti (lo trovate qui), che ha avuto un colpo d’occhio eccezionale. Nell’impaginazione Panini sono invertite pagine 2 e 3, una cosa che non pregiudica la bontà dell’opera ma che purtroppo si fa notare.

The Last god - creatures

In conclusione della recensione de L’Ultimo Dio sono davvero felice che si possano ancora leggere ottime storie a fumetti di genere fantasy, sword & sorcery classico, rispettose della tradizione letteraria in sé e ricche di ottime trovate, oltre che di una robusta costruzione. E soprattutto l’idea che un nuovo fumetto funga da base per una potenziale campagna di D&D mi esalta e mi fa tornare di brutto la voglia di tirar fuori il mio set di dadi.

Phillip Kennedy Johnson e Riccardo Federici hanno veramente dato il 100% per questa opera, costruendo una saga dark horror solida e appassionante, ricca di dettagli come solo le migliori storie fantasy sanno essere, affascinanti e con personaggi ricordabili.

Bentornato fantasy, penso sempre di averne avuto abbastanza e ogni volta invece capisco che sarai per sempre nel mio cuore.

L’Ultimo Dio, la recensione: finalmente, torna il fantasy come lo vogliamo è stato pubblicato per la prima volta su Lega Nerd. L’utilizzo dei testi contenuti su Lega Nerd è soggetto alla licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License. Altri articoli dello stesso autore: Giovanni Zaccaria


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